Nel giorno del ricordo che intreccia ieri e domani è bello credere che, tra
i pensieri che spesso si comunicano da questo spazio, a ciascuno dei nostri
defunti si possa donare un crisantemo, sia pure virtualmente, ed eccolo.
Mi sono chiesta perché usiamo il crisantemo associandolo alla morte.
Ritengo che l’unica risposta l’abbia data la natura: il crisantemo fiorisce
in autunno ed il 2 novembre dedicato ai morti è il giorno
autunnale che la chiesa latina fa risalire al 998, quando l'abate
benedettino san Odilone di Cluny decise che le campane dovessero suonare con
rintocchi funebri dopo i vespri del 1° novembre per celebrare i defunti.
Una coincidenza che in tale periodo la natura decidesse di far fiorire i
crisantemi!
Un fiore speciale che perde il fascino triste che ha in Italia
ed altrove è vissuto come portatore di gioia e prosperità, come in
Inghilterra dove si regala per le nascite, o specie in oriente dove è nato.
Non so se provenga dalla Cina, dove si registra prima la sua coltivazione e
dove era in uso il sakè di crisantemo, o dal Giappone: sembra che
dal Giappone arrivasse in Olanda a metà del ‘600, e dalla Cina arrivasse in
Francia alla fine del ‘700. In Giappone questa margherita
dai 16 petali, stilizzata, è lo stemma della famiglia imperiale, è simbolo
di pace ed è usata in ricorrenze gioiose.
Forse perché il crisantemo ha lì la sua bella leggenda?
Forse, ed è una di quelle leggende che cominciano con quel “c’era una
volta”, si perde nel tempo e consente di crederci.
Fatto sta che in quella sera d’Ognissanti una bambina vegliava sulla
propria mamma ammalata e pregava perché non morisse. Le apparve l’angelo della
morte e le disse che avrebbe concesso alla mamma tanti anni di vita quanti i
petali di un fiore che gli avrebbe donato.
La bambina corse a cercare il fiore nel giardino, trovò una margherita tra
rami secchi, ma i suoi petali erano pochi. Senza farli staccare dallo stelo li
tagliò in tante striscioline sottili che ne aumentarono il numero, sfidando
la morte.
Quella piccola, guidata dall’ amore per la sua mamma, rimane ancora una
lezione: fino a quando esisterà un fiore sulla terra e l’amore di un solo uomo,
la vita avrà un senso oltre la morte e la morte non ne sarà la fine.
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