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mercoledì 2 novembre 2016

Oggi la morte ricorda la vita in ogni suo petalo.

Nel giorno del ricordo che intreccia ieri e domani è bello credere che, tra i pensieri che spesso si comunicano da questo spazio, a ciascuno dei nostri defunti si possa donare un crisantemo, sia pure virtualmente, ed eccolo.  
Mi sono chiesta perché usiamo il crisantemo associandolo alla morte. 
Ritengo che l’unica risposta l’abbia data la natura: il crisantemo fiorisce in autunno ed il 2 novembre  dedicato ai morti è il giorno autunnale che la chiesa latina fa risalire al 998, quando l'abate benedettino san Odilone di Cluny decise che le campane dovessero suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1° novembre per celebrare i defunti.
Una coincidenza che in tale periodo la natura decidesse di far fiorire i crisantemi! 
Un fiore speciale che perde il  fascino triste che ha in Italia ed altrove è vissuto come  portatore di gioia e prosperità, come in Inghilterra dove si regala per le nascite, o specie in oriente dove è nato.
Non so se provenga dalla Cina, dove si registra prima la sua coltivazione e dove era in uso il sakè di crisantemo,  o dal Giappone: sembra che dal Giappone arrivasse in Olanda a metà del ‘600, e dalla Cina arrivasse in Francia  alla fine del ‘700.  In Giappone questa margherita dai 16 petali, stilizzata, è lo stemma della famiglia imperiale, è simbolo di pace ed è usata in ricorrenze gioiose. 
Forse perché il crisantemo ha lì la sua bella leggenda?
Forse, ed è una di quelle leggende che cominciano con quel “c’era una volta”, si perde nel tempo e consente di crederci. 
Fatto sta che in quella sera d’Ognissanti una bambina vegliava sulla propria mamma ammalata e pregava perché non morisse. Le apparve l’angelo della morte e le disse che avrebbe concesso alla mamma tanti anni di vita quanti i petali di un fiore che gli avrebbe  donato.
La bambina corse a cercare il fiore nel giardino, trovò una margherita tra rami secchi, ma i suoi petali erano pochi. Senza farli staccare dallo stelo  li tagliò in tante striscioline sottili che ne aumentarono il numero,  sfidando la morte.  
Quella piccola, guidata dall’ amore per la sua mamma, rimane ancora una lezione: fino a quando esisterà un fiore sulla terra e l’amore di un solo uomo, la vita avrà un senso oltre la morte e la morte non ne sarà la fine.


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