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giovedì 1 dicembre 2016

Tra i fuochi della controversia.

Scriveva Alexander Pope
Chi è impegnato in una controversia si preoccupa della verità quanto il cacciatore si preoccupa della lepre. “. Ma quali verità in questo contrasto di opinioni che sta animando la politica italiana sul referendum?
Dai molti interventi a difesa del bicameralismo, per dirne una, non si capisce perché solo le due camere dovrebbero garantire la democrazia. Eppure la democrazia si regge in Francia, come in altre nazioni, con una sola camera!
C’è anche chi preme sulla caduta di questo governo, comunque vadano i mercati, perché quella è la speranza di ritornare ad occupare spazi impediti in questo momento. 
C’è chi sostiene che una riforma costituzionale deve passare dal possibile consenso di tutte le forze politiche, ma  quali possibilità ancora se a discutere sono trascorsi quasi 40 degli ultimi anni di governi vari?
La condivisione nei processi di cambiamento è un valore purché il cambiamento siano un valore per quanti governano.
Eppure tutti, bene o male, sono passati dal governo ed i risultati sono quelli che viviamo ogni giorno.  
Francamente penso che si stia assistendo ad una serie di confusioni ideologiche, magari dettate da resistenza al cambiamento e paure storiche, ma anche a tentativi di generare confusioni magari dettate da difesa di strutture e paludi nelle quali ciascuno si possa candidare al lancio di zattere di salvataggio con buona pace del “diritto di voto” così tanto sostenuto a baluardo della democrazia. 
Sono tante le belle teorie che però si scontrano con le pratiche che i cittadini vivono quotidianamente quando uno si chiede come mai, con tutto il diritto di voto che si ha, i cittadini si impoveriscono sempre di più per pagare i conti di quanti vantano diritti acquisiti, come mai i cittadini votano per eliminare il finanziamento ai partiti ed il finanziamento ai partiti rimane cambiando denominazione, come mai si pagano sempre più tasse per ottenere sempre migliori servizi ed i servizi si tagliano perché costano per continuare a compensare partecipate, consigli di amministrazione ed Enti che tali servizi dovrebbero garantire come dovrebbero tutelare imprenditorialità e lavoro. 
C’è poi un altro modo indiretto di trattare le opinioni sulla riforma, quello che passa dagli scontenti e ne approfitta, confondendo temi che con lo specifico della riforma c’entrano ben poco.  
Quanti hanno letto il testo da riformare e riformato?
Non c’è molto da ridire, già  parole e riflessioni si accavallano. 
Ciò che va difeso è il diritto di decidere di cambiare ed anche modificare via via quanto nella pratica non consente tempi e risultati che al cittadino spettano.     
La storia politica insegna che non si realizza tutto e subito, ma almeno i pro-cessi possono iniziare attraverso la ri-sistemazione dei tasselli che servono. Quando mai un processo è stato subito perfetto piuttosto che perfettibile? 
Il problema nasce da come l’uomo applica le regole e da quanto sia necessario che il sistema  diventi sempre più responsabilizzante. 

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