Che importa se il camion è trivellato di colpi, quel camion tragicamente
bianco ha già attraversato la storia di tante famiglie. Lo ha fatto con
determinazione, in una corsa di due chilometri, a zig zag, a velocità sostenuta
pur di colpire di più, più gravemente, pur di compiere un atto eclatante.
E se non fosse bastato ecco gli spari, l’accanimento ed altre armi in
quell’involucro di lamiera. Per chi? Per che cosa?
Un grosso e lungo camion frigorifero, ironia!, che attraversa la famosa Promenade des Anglais, l’elegante passeggiata simbolo a Nizza ed in Europa, finanziata nel 1821
dal re Lewis Way dove gli inglesi amavano trascorrere le loro vacanze,
fin dalla metà del 1700.
La Chemin
de promenade, conosciuta in dialetto nizzardo come Camin deis Anglès, oggi è un cammino di morte e l’hotel Négresco è ricovero per i feriti, per quanti si sono trovati lì, su quel lungomare, in una sera che forse
era anche festiva in ricordo della presa di bastiglia ma che per i più era un
momento di compagnia con amici, con i propri bambini ai quali mostrare la
meraviglia dei fuochi d’artificio, la magia di un cielo che sarebbe stato l’ultimo
per ottanta persone. Forse anche di più data la gravità di molti feriti tra cui sembrano esserci
trenta bambini.
Adesso è emergenza, è
solidarietà espressa ad una nazione, adesso è ancora paura per le proprie
strade ed il ministro Alfano rassicura di avere disposto il rafforzamento delle misure di
sicurezza.
Ma non esistono misure di sicurezza esaurienti.
Si è già potuto constatare e tornano, sui giornali che leggo, le memorie di appelli nel
mondo del portavoce dell'Isis Adnani: "Spaccategli
la testa con una pietra, squartateli con un coltello, o corretegli sopra con la
vostra auto" ricorda un tweet del Site, il sito americano di monitoraggio
delle attività jihadiste sul web. Sempre il Site riferisce che in uno dei
numeri di Inspire, rivista del jihadismo, al Qaida suggerì di usare i camion
come delle falciatrici, "non per tagliare l'erba ma per falciare i nemici
di Allah".
Si, il nostro quotidiano è rubato. Noi, gente comune siamo indifendibili
dalle violenze ma continuiamo a parlare di pace, quella eterna!
Questa volta l’autore dell’attentato è un franco tunisino, di 31 anni, uno
che a Nizza aveva la sua residenza. Jihadista?
Rimangono la gente stritolata, le teste insanguinate, le membra staccate
del racconto di un testimone oculare riportato da l'Express.
Rimane soprattutto il silenzio delle coscienze, il sospetto di
festeggiamenti da parte dell’Isis che tuttavia non ha rivendicato ancora il
massacro.
Rimane una grave, pesante debolezza della politica internazionale e la nostra profonda, inesauribile amarezza.
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