Saranno pure pensieri perversi ma se cittadino è
quel civis costituzionalmente titolare di diritti e
soggetto delle decisioni, non vi è dubbio che se diventa oggetto delle
decisioni, è suddito!
In realtà perverso è il meccanismo che a
qualcuno piace definire democratico, perché dà sicurezza in alternativa ad
assolutistico, identificandolo con l’espressione di un voto, nelle elezioni,
attraverso il quale il cittadino assume la sua scelta!
Eppure succede stranamente che:
a. il candidato da votare alle elezioni è scelto dal partito, ente di natura
privatistica che rimborsa le sue spese incontrollabili con soldi pubblici per
il bene pubblico.
b. Lo si vota perché rappresenti gli
interessi del cittadino, dunque perché serva la comunità, ma l'impressione è piuttosto che la comunità serva agli interessi del
votato. Comunque nessuno ha mai sostenuto che il cittadino rappresenta l’onorevole
ed ha diritto ad essere rimborsato!
c.
Per essere eletti qualcuno cede alla
trascurabile inezia della corruttela nei voti. Perché è contento se ci riesce?
d.
Il soggetto votato diventa onorevole, il
cittadino rimane popolo!
e.
L’onorevole decide i suoi benefit,
privilegi, vitalizi, pensioni, la scontistica per sé e per le proprie famiglie
anche allargate, e siccome si stressa legifera anche le sue gratuite terapie
rilassanti. Ma non garantisce nulla. Non risponde di nulla, nemmeno del
bilancio o dei debiti. Addebita piuttosto
al cittadino tasse, percentuali, costo del lavoro, debiti e povertà, costo
della salute, della sicurezza, del’aria e dell’acqua.
f.
Il cittadino paga ma non ha titolo a stressarsi anche se non arriva a fine
mese, se ha la fortuna di lavorare, e non ci sono i soldi per la sua pensione!
g.
Eletto una volta, l’onorevole rimane a
vita colui che rappresenta il cittadino, anche se non è più votato,
passa da un incarico e l’altro, sempre con ottimi compensi ed il partito,
magari dopo 30 anni, può ricandidarlo per il cambiamento!
h.
Chi è stato al governo ha diritto a vita a
scorte e privilegi, uffici ed auto. Insomma è quello che viene pagato a tutti i
costi ed in eterno. Magari dopo di lui i figli!
i.
In nome della politica i votati discutono,
litigano, considerano prioritari i sistemi elettorali come quel gioco da
vincere togliendo agli avversari poltrone e poteri e poi si accordano su
coalizioni distribuendosi ministeri, sottosegretariati, assessorati, dirigenze
e presidenze. In nome del popolo!
j. Se per caso, ma è solo un altro gioco, si dovesse ricorrere ad un referendum
popolare, sempre i votati decidono come e quando farlo, se spacchettarlo,
sminuzzarlo, diluirlo, disperderlo o consumarlo intero. Ma se mai il risultato
dovesse essere diverso dal previsto c’è sempre la possibilità di un’altra
legge. Si è visto, per esempio, con i finanziamenti ai partiti!
Adesso, forse non colgo più il senso di
tale meccanismo democratico, ma se la politica è quella strana proprietà
che dovrebbe guardare ad obiettivi di servizio, come mai tali
obiettivi non si raggiungono e c’è sempre un’altra legislatura alla quale
rimandare promesse senza programmi, programmi senza programma?
Dove sono finiti la democrazia ed il
suo cittadino?
Ecco, il cittadino è un opzional, uno che
ha il solo compito di votare per dare legittimità perfino ai suoi debiti a
vita.
Uno obbligato a pagare a tutti i costi
anche quando non dovrebbe, a cui non si debbono rendicontare le decisioni, uno
che pretende troppo se chiede di lavorare, di potere percepire una pensione
equa piuttosto che farsi bastare 500 euri mensili, di potersi curare se
indigente piuttosto che evitare medicine ed esami diagnostici, di essere
aiutato se vecchio piuttosto che lasciarsi andare, di essere assistito se
debole, o limitato, piuttosto che andare a chiedere elemosina.
Uno che se non basta può essere
anche integrato e piuttosto può morire senza avere potuto
capire per che cosa ha votato, per che cosa si è indebitato, quale sistema ha
ingabbiato il suo appellativo e la sua dignità facendogli credere che è stato lui a
sceglierlo.
Un suddito?
Nessun commento:
Posta un commento