Quando
il 17 ottobre 1931 si riuscì a portare in tribunale il gangster
Al Capone,
egli esordì con la frase celeberrima <<
Io
sono un delinquente onesto. Non ho mai fatto politica>> per
protestare la sua sorpresa nell’essere processato.
Oggi
tutti i politici raggiunti da avvisi e condanne protestano << Io
sono un onorevole, non un delinquente>>
E’ proprio in queste parole che si racchiude l’animus
del cittadino rispetto a chi fa politica. Ma come nasce l’appellativo “
Onorevole” rivolto ai parlamentari?
Il deputato Tola, l’11 maggio 1948, nel suo intervento
alla Camera subalpina, inviò una lettera ai colleghi che cominciava con “
Onorevoli Deputati”. Da allora divenne prassi l’utilizzo dell’appellativo che
si trasformò, di fatto, in titolo onorifico. E per tanti anni pose una linea di
demarcazione tra i cittadini e chi veniva investito del ruolo, onorevole, di
legislatore.
Ai tempi nostri con l’inflazione di parlamentari corrotti e
spocchiosi nonostante siano raggiunti non da ombre di sospetti, ma da avvisi di
garanzia, risulta anacronistico e beffardo l’utilizzo di tale titolo. Tanto che
già nel 2002 a firma di sei senatori: Antonio
Serena (An), primo firmatario; Luigi D'Agrò (Udc), Lorenzo Diana (Ds), Giuliano
Pisapia (Prc), Luigi Ramponi (An) e Francesco Zama (FI)) venne depositato
un primo disegno di legge che prendeva atto della necessità di abolire tale
titolo e lo faceva in modo trasversale dimostrando che tutti i partiti erano
coscienti della misura raggiunta.
Ancora nel 2015 a firma dei deputati: CIPRINI,
COMINARDI, TRIPIEDI, LOMBARDI, DALL’OSSO, CHIMIENTI venne presentato un D.D.L dal titolo “Abolizione
del titolo di onorevole ”.
Entrambi i disegni di legge prevedevano una multa per l’utilizzo
di tale titolo.
Fece sorridere l’ex deputata dell’Ulivo Marlina Intrieri che rifiutò i documenti che il funzionario della
Prefettura di Crotone le aveva inviato per autorizzarla a visitare il Centro
accoglienza e richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto con la motivazione che sulla
lettera ufficiale le veniva attribuito soltanto il titolo accademico di
"dottoressa" e non quello di "onorevole". E siccome era
stata deputata dal 2006 al 2008 durante il governo Prodi lamentò la dimenticanza
del riconoscimento. Un po come quei cavalieri ormai in disarmo e incapaci di
stare a cavallo che protestavano perché lo scudiero, adesso pari per status sociale,
non usava il Voi riferendosi a loro.
Noi non sappiamo che fine faranno i ddl presentati alla
Camera e al Senato ma, se potessimo, presenteremmo un ddl che fissasse in disonorevole l’appellativo da usare per
chi ha utilizzato il parlamento e le istituzioni, ove vige l’uso del titolo,
per ottenere vantaggi economici per se o per propri sodali.
Non passa giorno che uno di tali malandrini non conquisti i titoli dei giornali. E non è un problema di destra o sinistra, è un problema di responsabilità di maneggio di risorse pubbliche. Pochi resistono alla tentazione di distrarre fondi ad uso personale o ricavare vantaggi dalla posizione occupata. E chi lo fa viene isolato. Chi invece cede allo sport nazionale riceve aiuto dall'aula quando viene chiamata a esprimersi per l'autorizzazione all'arresto. Quando questo non è possibile in prima battuta, lo riceve con leggi adeguate all'alleggerimento della posizione processuale se non alla cancellazione del reato. E' successo tante volte che chiamare tali sodali "Disonorevoli" sarebbe il minimo.
Ma le leggi le fanno loro...
Carlo Mocera
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