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martedì 17 maggio 2016

Italia, paese europeo con il maggior numero di enti inutili, ed è subito record storico!

C’è chi pre-dica che i pensionati devono fare sacrifici mentre in una marea di rivoli si perdono le risorse finanziarie, quelle che non si trovano per aumentare i 500 euri mensili di pensione a chi stenta a vivere.
    Santificare i pensionati, (l’etimologia del termine sacrificium rimanda al latino sacer- facere, cioè rendere sacro, togliendo dei beni),  è un pio pensiero ma sarebbe possibile santificare quella nutrita pletora di agganciati alla politica nel più nascosto sottobosco di Enti, consorzi, fondazioni, partecipate da Regioni, province e comuni?
 
  Probabilmente quell’ambiente non naturale si conosce poco, parcellizzato com’è da perderne il conto. Proprio lì la spesa pubblica si fa pesante.
Oltre al fatto che lì prolifera la fungaia burocratica! 
Sono Enti pubblici sottobosco della politica e tengono ferma la forbice!
   Non chiedere cosa facciano poi veramente e quanto costino quei consigli di amministrazione, presidenti compresi, per fare cosa. 
Consideriamo che in troppo casi i vertici di tali enti percepiscono al mese più del Presidente USA?    Solo in stipendi circa 20 miliardi l'anno.
Di questi, 10 miliardi potrebbero essere tranquillamente tagliati: lo sostenne Milena Gabanelli in un memorabile Report.
   Di fatto ti dicono che nascono per svolgere una funzione di interesse pubblico. Però come se ne misuri l’utilità, ed il compenso conseguente, è davvero molto difficile capirlo come è alquanto ombroso il motivo per cui la  spending review li sorvola pur se alcune testate giornalistiche hanno evidenziato  che la L.112 del 2008 è intervenuta  su 49 dei 1000 enti individuati quali inutili.
   Su questi 49, oltre che sugli altri, non state a chiedervi come è andata a finire. Alcuni enti ex soppressi hanno cambiato nome, altri sono stati accorpati, altri si sono rivolti al Tribunale con tempi allungati. Perché?
Questa è una chicca.
Per sopprimere un ente occorre prima “liquidarlo”. E’ un passaggio amministrativo intermedio, che può durare anche decenni. Certo, si pensò bene di accorciare i tempi  creando un apposito ente, l'Iged.
     Hai idea delle scatole cinesi?
Ecco, tale “Ispettorato generale per la liquidazione di enti disciolti" avrebbe dovuto gestire le procedure  di scioglimento degli enti inutili. Ed è finita che, stante uno studio della Confesercenti,  l'Iged, con quattordici uffici, quattordici dirigenti e circa 100 funzionari,  costava allo Stato quasi 50 milioni di euro l'anno! La Corte dei Conti ha calcolato che l’Iged è costato dal 2000, 99 milioni e 581mila euro. Non c’è che dire!
   Sciogliere chi doveva sciogliere? L’Iged, nel 2008, fu inglobato nell’Ispettorato generale di Finanza che conta  molti uffici dirigenziali non generali e posizioni dirigenziali per lo svolgimento di servizi ispettivi.
    Ed allora? Gli Enti rimangono, pagati con i soldi pubblici e costituiscono un costo elevatissimo per la collettività. Sono utili?
     A ben leggere l’elenco corposo, sembra che si tratti di continue deleghe della serie: quello che spetterebbe fare ad un ufficio pubblico lo si distribuisce a tanti altri, magari con altre regole, ed è fatica civile!
  Ebbene, da un censimento che nel 1998 fece Raffaele Costa, quel parlamentare piemontese famoso per la sua battaglia all'assenteismo dei dipendenti pubblici ed alla pausa cappuccino nei ministeri, risultarono  da 500 a 1000 Enti inutili.
     Roberto Calderoli individuò 1.612 enti da eliminare, dannosi e Franceschini risuscitava l’Enit già commissariato.
      L' ex ministro dell' Economia Giulio Tremonti calcolò che i nominati alla presidenza di Enti ed aziende pubbliche, raggiungevano la cifra di un milione e duecentomila. Ricavane tu il costo!   
   Il Codacons stesso, che  si è fermato a 500 enti inutili, calcola che i loro relativi costi inutili sarebbero 10 miliardi di euro all’anno.
  Per quelli catalogati dal Ministero dello Sviluppo economico, il costo ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro l'anno, di cui 2,5 miliardi solo per i consigli di amministrazione!
    Ma secondo l'Unione delle Province d'Italia ed alcuni giornalisti economici come Marco Cobianchi, gli enti,  "strutture create dal nulla per spartire poltrone" con funzioni che già svolgono le regioni, le province e i comuni, dunque inutili pur se mantenuti dai cittadini, sarebbero addirittura 3127, di cui oltre 3mila consorzi pubblici,  una enormità!    
   Anche il giornalista Antonio Parisi ha scritto un libro sugli Enti inutili, “…..autentico esercito di cavallette che, assiso su una inestricabile giungla di poltrone, ha creato in oltre un trentennio uno spaventoso buco nei conti pubblici del Paese.”
     Eppure i 91 consorzi di bonifica istituiti nel 1933 con regio decreto, con i loro consigli dei delegati, i presidenti ed i revisori dei conti,  li teniamo in vita azzardando che l’Italia sia ancora una palude o possa tornare ad esserlo?
     Ci sono anche gli Ato, 222 Ambiti territoriali ottimali, 91 Ato acque, 131 Ato rifiuti organismi dotati di uffici, consigli di amministrazione, sedi, che si occupano di gestire le risorse idriche e i rifiuti. Si dovevano sopprimere entro il 2011 anche questi che costano oltre 240 milioni di euro l'anno.
       Carini i 63 bacini imbriferi montani, Bim! Sono Enti  il cui scopo “…..è quello di favorire il progresso economico e sociale della popolazione abitante nei Comuni consorziati”, quelli che ricadono all'interno di un bacino imbrifero montano di un fiume.
Commentarli ad uno ad uno  è compito assai arduo. Possiamo solo ricordare insieme che i loro bilanci sono in perdita in tutte le regioni italiane.
       Che dire, d’altronde, delle società partecipate che ci costano 26 miliardi, quelle che vengono create per fornire servizi e sono pagate con finanza pubblica?  
        Secondo Carlo Cottarelli sono circa 10.000, mentre la Corte dei Conti ne conta 7.500. Un terzo delle oltre 5.000 partecipate dagli enti locali (50 sono quelli dallo Stato e 2.200 sono enti di varia natura, consorzi e fondazioni) presenta conti in rosso. I pagamenti a qualsiasi titolo erogati dai Ministeri nei loro confronti erano 30,55 miliardi nel 2011. Ma sono diminuiti negli anni, pur colorandosi ancora in rosso.
    Ho letto che in Sicilia, ad esempio,  tali partecipate introitano 36 milioni di euro di utili, ma registrano perdite per 117 milioni!  Però siamo in buona compagnia con ben 368 partecipate in Emilia Romagna, 258 in Veneto, 220 in Liguria, 253 in Piemonte, 297 in Lombardia,  262 in Campania e perfino nel meno popoloso  Molise ce ne sono 21 ed in Puglia non manca l’ “Ente autonomo fiera mostra dell'Ascensione di Francavilla Fontana”!  
       Certo, non può nemmeno mancare l' “Unione Nazionale per la Lotta contro l' Analfabetismo”.  Dal 1947, data della sua fondazione, si registrano circa 13milioni di semianalfabeti, 13 milioni di analfabeti di riporto, che si sommano ai 2 milioni di analfabeti su una popolazione italiana di 58 milioni.  Sentirsi uniti è confortante!
      Piuttosto in molti casi c’è fantasia ma anche storia se penso ad Enti e fondazioni come l’ “Istituto di beneficenza Vittorio Emanuele III”, risalente al 1907, o l' “Ente per il patronato pro-ciechi” sorto per intervento della Regina Margherita, o l' “Opera nazionale combattenti” fondato durante la 1° guerra mondiale.
     Alla lettura dell’elenco, tratto da fonti ministeriali, sembra che ci siano ripetizioni ed invece non è così. Gli enti sono suddivisi per tipologie e ciascuno lo devi considerare presente in ogni regione. Sono
ü  enti sottoposti al controllo della ragioneria generale dello Stato,
ü  enti pubblici ed economici, i pubblici sottoposti al controllo della Corte dei Conti,
ü  enti sottoposti alla Tesoreria unica,
ü  enti i cui bilanci «vanno annessi agli stati di previsione della spesa dei ministeri» e quindi di quelli allegati alle leggi di bilancio e di stabilità.
ü  aziende controllate dal ministero dell' Economia,
ü  organismi e società di tutte le regioni italiane,

No, non ci pensare nemmeno! La legge di stabilità di ottobre 2015 non presenta alcun intervento per abbattere i costi degli enti inutili.  Questo esercito rimane silenziosamente nel sottobosco mentre il pensionato, povero, paga.
Ma si sta già pensando di nominare la solita commissione per capirne di più. 

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