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domenica 22 maggio 2016

Non è cartavelina, è trasparenza! Lo chiamano Foia.

FREEDOM of information act è il decreto che, approvato  dal Consiglio dei Ministri il 16 maggio, sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale perché le Pubbliche Amministrazioni si adeguino. Si calcola verso dicembre.
Ci interessa?

    Beh…nasce dal ministero della semplificazione e della P.A. ed è indirizzato alla trasparenza pubblica per il controllo su sprechi e corruzioni.   
E’ la pila che dovrebbe servire a...
 vedere meglio pur se già esiste in quella parte che chiamano coscienza.
     Con il FOIA le amministrazioni saranno obbligate a comunicare ai cittadini le informazioni richieste, qualunque informazione su comportamenti da verificare, salvo le solite eccezioni a tutela di interessi pubblici o privati secondo quanto le Commissioni parlamentari hanno concordato.
  
     Già qualcosa mi impensierisce ma davvero, mi chiedo se un qualunque cittadino potrà ricevere qualunque informazione senza bisogno di spiegare perché, ed anche quando l’Amministrazione resiste.  Certo sono previste anche le sanzioni per i dirigenti responsabili di….coperture, perché c’è sempre la possibilità di casi di sprechi da non rilevare.   
    Per questo, il nodo si scioglierà se le linee guida Anac, l’Autorità Nazionale AntiCorruzione,  riusciranno a regolamentare il foia. Un dubbio sorge quando si legge che è saltato qualche obbligo di pubblicazione dei dati, come previsto dalla legge 33/2013, e si richiede di citare le banche dati piuttosto che singoli dati, particolare che potrebbe non renderne agevole ad ogni cittadino la comprensione. Dunque leggeremo le linee applicative per saperne di più.

Intanto, in linea generale, tu puoi confortarti perché, da quel che sembra:
-        ti ricordi il silenzio-diniego-assenso dopo il quale eri ancora confuso sul da farsi? Ecco, ora le Pubbliche amministrazioni devono sempre motivare l’eventuale no alle tue richieste;
-        lo devono fare gratuitamente per te, a meno che non stai chiedendo chili di fotocopie; se qualcuno resiste, e c’è la possibilità, puoi fare ricorso stragiudiziale, richiedendo al responsabile della trasparenza di esaminare di nuovo la tua richiesta, evitando così di dovere ricorrere per forza al TAR;
-        ti ricordi che ti rispondevano che la richiesta non era esaustiva se non eri assolutamente preciso nell’identificare i documenti? Adesso non sei obbligato a chiarire esattamente i documenti oggetto dell’istanza di accesso.
-         
Il decreto suggerisce due osservazioni.
Di certo la prima è che il cittadino può controllare il comportamento della P.A. Qualcuno la chiama “partecipazione”.   Forse è così e non sarebbe sbagliato se funzionasse.
Però questo indirizza ad una formazione sul diritto amministrativo non facile. Faremo rete, o quella azione comune conosciuta come class action, o gruppi on line.    Insomma, qui si giocheranno  le nostre capacità solidali, pure se continuo a non condividere il principio in base al quale una amministrazione pubblica, quindi al servizio della comunità, quindi formata da cittadini lavoratori, dovrebbe prendere in giro altri cittadini di quella stessa pubblica comunità che è la società italiana, dovunque abiti.
Si tratta sempre di coscienza civile e di onestà.

L’altra osservazione riporta alla necessità di essere digitalizzati. Se si può fare tutto on line, perché fare file dietro ad appuntamenti negli uffici pubblici?
    Da un report di recente pubblicazione, siamo al 25° posto, su 28 paesi europei, per competenze e potenzialità digitali, insomma siamo in ritardo nell’economia digitale.
Ma questo è altro argomento!
Maria Frisella

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