Salvare
l’Etica o tutelare gli interessi?
Difficile
scelta di fronte al bisogno di pensionati che sono stati portati in
piazza, esasperati dalla loro povertà.
Proteste
più che condivise con i sindacati che organizzano le manifestazioni! Ma quel
pietire gli 80 euro, ché a chi è povero sembrano davvero tanti,
e per questo bene accetti, non fa dimenticare qualcosa di più
importante?
Perché ci
siamo ridotti così? Non desidero cercare colpe, non é produttivo, quanto
ridare forma a quel dimenticato concetto di equità sociale, difeso
costituzionalmente, riconducibile alla domanda: con quali
criteri-parametri-valutazioni si è deciso quanto costa il lavoro svolto?...
Qual'è il contributo da versare e quale la pensione conseguente? Stanno dentro
un sistema equo?
Se no,
correggiamo l’errore e se anche fosse una pia illusione è bene coltivarla e non
arrendersi.
Si, amico,
quale misura di bilancia sociale ha indotto a valutare “equo” l’attuale
compenso di chi lavora in politica, in fabbrica, in impresa, nelle forze
dell’ordine, a scuola, negli enti locali, utili ed inutili, in ospedale, per la
strada?
Come fai
tu, o io, a giustificare l’enorme divario esistente tra gli stipendi della
carriera politica, i suoi vitalizi ed i privilegi, e gli stipendi e le pensioni
di quei tanti, impoveriti dal loro stesso lavoro, che hanno manifestato i
disagi umani e familiari?
Insomma, ti
chiedo se sai quanto daresti ad un tuo dipendente che ti indebita e continui a
mantenere.
Perché, non
tergiversiamo, il politico è un dipendente di quegli stessi pensionati che sono
stati in piazza e che lo pagano.
Capisci
bene che non si tratta di andare contro o a favore dell’attuale governo, non si
tratta di farti usare per “mandare a casa” qualcuno e metterci qualcun
altro di questo stesso sistema, ma di rivedere il sistema tutto. Questa la
ri-forma da augurarsi.
A
parte poi che non mandi a casa nessuno, perché quegli enti inutili e quel
sottobosco servono proprio al trasloco della politica in consigli di
amministrazione piuttosto costosi.
Se ti
dicono che ci lavora altra gente e ti frenano nel chiederne la chiusura,
allora, piuttosto che perdere soldi inutili, perché non ripensare ai costi
eccessivi dei consigli di amministrazione, calmierandoli e modificando il tipo
di intervento perché sia veramente utile? Forse sarebbero meno sprecati
come enti inutili e diminuirebbe la spesa di Regioni, ex Provincie e
Comuni, che aumentano le tasse locali per mantenere agenzie, aziende pubbliche
e partecipate, spesso società per azioni,..quell’esercito silenzioso di
immobili, personale, stipendi e finanziamenti, di nomi, cariche, riserve
elettorali e potere economico, che costano al contribuente italiano decine e
decine di miliardi di euro. (Luca Rocca) Non dimenticare che tali “enti”
spendono il 90% delle risorse solo in stipendi.
Occorre
aggiungere che sarebbe parziale se a quegli enti non aggiungessimo pure
le “commissioni” e le “consulenze”. Altri miliardi che rendono difficili gli 80
euro ai pensionati!
Hai fatto
caso che tutti si riuniscono in commissioni, (dalle quelle parlamentari a
quelle dei consigli comunali!) con ulteriori compensi orari, per fare
quello per cui li stai già pagando? A noi costano il doppio e non si capisce la
ragione.
Hai fatto
caso che quando si deve decidere qualcosa che non si vuole decidere subito, ti
rimandano ad una commissione che “valuti” il da farsi?
Ed ecco
l'ulteriore pletora di commissioni, sparse su tutto, che devono assumere
proposte di intervento per le quali un’altra pletora di consulenti è chiamata a
relazionare non si sa cosa ma con compensi piuttosto esosi, per fare le stesse
cose delle commissioni che fanno ciò che dovrebbero fare uffici e dirigenze!
Ci sta
dentro forse il figlio magari sottopagato, di chi ha chiesto il favore al
politico che forse ha chiesto a te di votare il suo partito, ma ci stanno
dentro presidenti, consiglieri e revisori, super pagati. Qui il punto
Spargimento
di soldi per ulteriori rivoli di natura politica, spesso legati al peso dei
voti ottenuti, e chiediamo con pietà rabbiosa 80 euro da aggiungere ad una ben
misera pensione che per il 40% degli italiani pensionati è sotto i 600 euro
mensili, ritenendolo, che dire diversamente, giustizia sociale.
Chiediamoli
pure, chiediamone di più, ma che non sia la distrazione di turno per
dimenticare il senso della giustizia sociale ed accontentarci del contentino
che accantona ancora una volta la ridistribuzione della ricchezza attraverso
una valutazione ragionata dell'entità dei compensi. Si, parlo di equità
sociale.
Se chiedo
di aumentare le spese per lo stato sociale da una parte, devo pensare dall’
altra di diminuire le spese eccessive ed inutili, altrimenti farò altri debiti
da pagare.
E di più.
Se si accarezza l’ipotesi di una sorta di perequazione, un
reddito per riallineare la capacità di spesa per ogni nucleo
familiare, che significa dare ossigeno alla produzione e dunque al lavoro, quel
potere d’acquisto lo si deve garantire. Ma se per sostenerne il debito si
maggiorano maggiorazioni tasse e costi della vita, senza
risparmiare da qualche altra parte inutile?
Perché,
vedi, quando certa politica sostiene che si può vivere dignitosamente con 500
euro mensili di pensione, che per salvare l’Italia occorre tagliare la sanità
pubblica in posti letto, farmaci, esami diagnostici ed ospedali per cui muore
qualcuno, che siccome siamo indebitati si aumentano le tasse locali se non
quelle già esose nazionali, e non ci sono immediate manifestazioni di piazza,
allora capisco che si sta permettendo a qualcuno di valutare il senso della
vita e la sua anzianità. E qualcun altro non chiede quali siano in realtà i
parametri per valutarli equamente.
Non si
interviene solo su una parte ma su tutto il sistema nel suo complesso.
Si, quel
portafoglio dove dentro ci sono tutte le entrate che qualcuno distribuisce
senza misure negli scomparti per poi dirti che non ci sono soldi, è un bilancio
sbilanciato. Occorre forse distribuirli meglio? Etica ed interessi, qui sta il
nodo.
Beh, sarà
per questo che i conti non tornano!
Nessun commento:
Posta un commento