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mercoledì 15 giugno 2016

Fanatismo religioso islamico o scelte diverse?

Non so se è stato il Papa ad incontrare in Vaticano il grande Iman o il grande Iman ad incontrare il Papa. Sono ottiche differenti di un incontro che pure ha rappresentato un momento di dialogo tra la Chiesa occidentale e l’Islam ed una riapertura alla pace visto che i due vertici, Papa Francesco ed il grande Iman di Al-Azhar, lo sceicco Ahmad Muhammad al-Tayyib, si sono pronunciati contro la violenza. Ma possibile?
Il Papa, nell’intervista al quotidiano cattolico francese "La Croix", interamente tradotta su "L’osservatore romano" del 17 maggio, ha offerto uno spunto
di riflessione molto forte. Ha detto: "Non credo che oggi ci sia una paura dell’islam in quanto tale, ma di Daesh e della sua guerra di conquista, tratta in parte dall’islam. L’idea di conquista è inerente all’anima dell’islam, è vero. Ma si potrebbe interpretare, con la stessa idea di conquista, la fine del vangelo di Matteo, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni".

Si pongono sullo stesso piano la propagazione dell'islam con la spada, predicata da Maometto, e il comando missionario di Gesù. L'espansione bellica dell'islamismo e il mandato di Gesù ad ammaestrare e battezzare tutte le genti equiparati? Si può essere d’accordo?
Su tale pensiero sono mancati i commenti di solito copiosi, a parte la critica del francese storico della Chiesa e delle civiltà, Rémi Brague su "Le Figaro". Interessante l’articolo di Sandro Magister sull’Espresso dove riporta quanto il vaticanista Aldo Maria Valli esprime nel suo blog personale.
Il vaticanista sostanzialmente non pone limiti alla paura di Daesh o dell’Islam, quanto piuttosto pone in discussione il paragone tra i due comportamenti, Islam e cristianesimo, per altro idea espressa nell’esortazione 'Evangelii gaudium”, richiamando le parole del gesuita padre Samir Khalil Samir, esperto di Islam: “Personalmente, non metterei i due fondamentalismi sullo stesso piano: i fondamentalisti cristiani non portano le armi; il fondamentalismo islamico è criticato, anzitutto proprio dai musulmani, perché questo fondamentalismo armato cerca di riprodurre il modello maomettano. Nella sua vita, Maometto ha fatto più di sessanta guerre; ora se Maometto è il modello eccellente (come dice il Corano, 33:21), non sorprende che certi musulmani usino anche loro la violenza ad imitazione del fondatore dell’Islam”.

Parole forti che recingono le parole di Papa Francesco dentro il puro desiderio di pace, perchè se l’Islam resta legato ad una visione che lo riporta al tempo di Maometto, allora la violenza non si può escludere. Potrebbe uscirne fuori solo se, come oggi molti mistici, cercasse di ritrovare una spiritualità profonda, ed anche in questo caso non ci può essere violenza. Dice:
….“L’Islam si trova davanti a un bivio: o la religione è una strada verso la politica e verso una società politicamente organizzata, oppure la religione è un’ispirazione a vivere con più pienezza e amore. Chi critica l’Islam a proposito della violenza non fa una generalizzazione ingiusta e odiosa: mostra delle questioni presenti, vive e sanguinanti nel mondo musulmano.
In Oriente si comprende molto bene che il terrorismo islamico è motivato religiosamente, con citazioni, preghiere e fatwa da parte di imam che spingono alla violenza. Il fatto è che nell’Islam non vi è un’autorità centrale, che corregga le manipolazioni. Ciò fa sì che ogni Imam si creda un muftì, un’autorità nazionale, che può emettere giudizi ispirati dal Corano fino a ordinare di uccidere”.

Ammettendo l'ipotesi che ogni religione, compresa quella cristiana, può essere usata in modo fanatico e violento, ma conclude il pensiero "………che il cristianesimo e l’Islam siano, in questo senso, speculari, non è corretto, perché il Nuovo testamento e il Corano non sono la stessa cosa." Padre Samir, secondo il vaticanista, pone una giusta riflessione. “L’Islam ha un problema con la violenza di matrice religiosa, come aveva segnalato Benedetto XVI a Ratisbona nel 2006. Negarlo vuol dire prima di tutto non aiutare l’Islam a fare i conti con se stesso."
Vista così la pace tra cristiani e mussulmani non è un percorso facile né breve anzi, estremamente denso di ostacoli.

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