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sabato 4 giugno 2016

Vediamo un po’………Riforma costituzionale?


Se ne fa un gran parlare e tra comitati del si e comitati del no, previsioni positive e catastrofi democratiche, diventa difficile iniziare un ragionamento privo di tensioni politiche che non si insinui sulla figura di Renzi.  
Renzi è solo il Presidente del Consiglio dei Ministri ma se è vero che, da qualche tempo, i capi del Governo godono della fiducia del massimo esponente della Repubblica, ciò succede perché questa Costituzione lo consente. Dunque è nel sistema!
 
Mi piace ricordare che i principi fondamentali che costituiscono i valori portanti della nostra società, declinati nei primi articoli, non siano in discussione, semmai potremmo considerare in discussione quanto non siano presenti nella realtà del nostro quotidiano. 
Ma andiamo alle modifiche dell’art 55, relative alle   funzioni delle Camere.
Carlo Mocera ha pubblicato il testo delle proposte di modifica della Costituzione. Leggiamo da lì che succederebbe.
All’ attuale Parlamento, formato da deputati e senatori,  che dovrebbero portare all’ attenzione generale i bisogni legati alle territorialità, dalle quali sono stati eletti, per creare un tessuto nazionale di soluzioni attraverso leggi tutelate nei passaggi alla Camera e al Senato, si sostituirebbe un Parlamento i cui membri rappresentano la Nazione, così formato:
1.   Camera dei deputati, la cui formazione al maschile ed al femminile dovrebbe essere equilibrata, è:
      1.a   titolare del “rapporto di fiducia” con il Governo
      1.b   esercita la funzione
Ø  di indirizzo politico,
Ø  la funzione legislativa
Ø  la funzione di controllo dell'operato del Governo.
Preoccupa quello specificare il rapporto tra Camera e Governo come “di fiducia”  che lascerebbe intendere altro fino a quando non si legge che la Camera deve controllare le attività governative.
In effetti restringere i passaggi legislativi, che oggi risultano decisamente troppo lunghi,  potrebbe semplificare e concretizzare il principio dell’”efficienza” posto l'urgenza di adeguarsi a tempi più veloci e dunque più pertinenti l’azione legislativa che deve risolvere i bisogni della cittadinanza non dopo anni ma subito.
In realtà le due camere attuali si servono di “commissioni” di lavoro ed è stato notato come tali commissioni, siano “pesate” politicamente. Restringere i tempi dell’accordarsi non sarebbe una cattiva idea!

2.    Senato della Repubblica, non più formato da politici generici, :
     
2.a  rappresenta le istituzioni territoriali che poi sono gli Enti costitutivi   della Repubblica, esercitando la funzione legislativa in concorrenza, anello di raccordo
     Ø  tra  territori, Stato e Unione Europea.

2.b  partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti         normativi e delle politiche dell'Unione europea;

2.c  valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori.

2.d  concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge

2.e  verifica l'attuazione delle leggi dello Stato.

Il nuovo Senato sarebbe composto da:
a)         cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica,
b)   novantacinque senatori che, dovendo essere rappresentativi delle istituzioni territoriali,  sono eletti tra i propri componenti dagli stessi Consigli regionali, ivi compresi quelli delle Province autonome di Trento e di Bolzano,  con metodo proporzionale,
c)         dai sindaci dei Comuni dei rispettivi territori, eletti tra i loro componenti nella misura di uno per ciascuno.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due.
Durerebbero in carica per il tempo di esercizio del loro mandato di consiglieri regionali o sindaci.
Dunque ogni regione vanterebbe la presenza di due suoi componenti che direttamente sarebbero responsabili del dialogo sui bisogni e sulle normative occorrenti ai territori. Questo sanerebbe le differenze tra una regione e l'altra? 

Fin qui la formazione che riporta al principio della rappresentatività dei territori, oggi anello debole del sistema che piuttosto si serve di una serie di apparati la cui funzionalità, allo stato delle cose, sembra non essere quella dovuta.

E le modalità di elezione e di esercizio? Se la struttura può funzionare, la scelta dei  modi ne è il  punto focale. Leggeremo anche quelle!

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