
Renzi è solo il Presidente del Consiglio dei Ministri ma se è vero che, da qualche tempo, i capi del Governo godono della fiducia del massimo esponente della Repubblica, ciò succede perché questa Costituzione lo consente. Dunque è nel sistema!
Mi piace ricordare che i principi fondamentali che
costituiscono i valori portanti della nostra società, declinati nei primi
articoli, non siano in discussione, semmai potremmo considerare in discussione
quanto non siano presenti nella realtà del nostro quotidiano.
Ma andiamo alle
modifiche dell’art 55, relative alle funzioni
delle Camere.
Carlo Mocera ha pubblicato il testo delle proposte
di modifica della Costituzione. Leggiamo da lì che succederebbe.
All’ attuale Parlamento, formato da deputati e
senatori, che dovrebbero portare all’ attenzione
generale i bisogni legati alle territorialità, dalle quali sono stati eletti, per
creare un tessuto nazionale di soluzioni attraverso leggi tutelate nei passaggi alla Camera e al Senato, si sostituirebbe un Parlamento i cui
membri rappresentano la Nazione, così formato:
1. Camera dei deputati, la cui formazione al maschile ed al femminile dovrebbe
essere equilibrata, è:
1.a
titolare del “rapporto di fiducia”
con il Governo
1.b
esercita la funzione
Ø di indirizzo politico,
Ø la funzione legislativa
Ø la funzione di controllo dell'operato del Governo.
Preoccupa quello specificare il rapporto tra Camera e Governo come “di fiducia” che lascerebbe intendere
altro fino a quando non si legge che la Camera deve controllare le attività
governative.
In effetti restringere i passaggi legislativi, che
oggi risultano decisamente troppo lunghi,
potrebbe semplificare e concretizzare il principio dell’”efficienza” posto l'urgenza di adeguarsi
a tempi più veloci e dunque più pertinenti l’azione legislativa che deve
risolvere i bisogni della cittadinanza non dopo anni ma subito.
In realtà le due camere attuali si
servono di “commissioni” di lavoro ed è stato notato come tali commissioni,
siano “pesate” politicamente. Restringere i tempi dell’accordarsi non sarebbe
una cattiva idea!
2. Senato della Repubblica, non più formato da politici generici, :
2.a
rappresenta le istituzioni territoriali che poi sono gli Enti
costitutivi della Repubblica, esercitando la funzione legislativa in
concorrenza, anello di raccordo
Ø tra territori, Stato e Unione
Europea.
2.b partecipa alle decisioni dirette
alla formazione e all'attuazione degli atti normativi e delle politiche
dell'Unione europea;
2.c valuta le politiche pubbliche e
l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche
dell'Unione europea sui territori.
2.d
concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei
casi previsti dalla legge
2.e verifica l'attuazione delle
leggi dello Stato.
Il nuovo Senato sarebbe composto da:
a)
cinque senatori che possono essere
nominati dal Presidente della Repubblica,
b) novantacinque senatori che, dovendo
essere rappresentativi delle istituzioni territoriali, sono eletti tra i propri componenti dagli
stessi Consigli regionali, ivi compresi quelli delle Province autonome di
Trento e di Bolzano, con metodo
proporzionale,
c)
dai sindaci dei Comuni dei rispettivi
territori, eletti tra i loro componenti nella misura di uno per ciascuno.
Nessuna
Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle
Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due.
Dunque
ogni regione vanterebbe la presenza di due suoi componenti che direttamente
sarebbero responsabili del dialogo sui bisogni e sulle normative occorrenti ai
territori. Questo sanerebbe le differenze tra una regione e l'altra?
Fin qui
la formazione che riporta al principio della rappresentatività dei territori,
oggi anello debole del sistema che piuttosto si serve di una serie di apparati la cui
funzionalità, allo stato delle cose, sembra non essere quella dovuta.
E le modalità di elezione e di esercizio? Se la struttura può funzionare, la scelta dei modi ne è il punto focale. Leggeremo anche quelle!
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