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venerdì 3 giugno 2016

Se la cultura ha un senso, ha senso salvaguardarla. Se poi è declinata al femminile ...


La libreria Bucolo di Taormina rischia di chiudere.
Due donne, Santinella Bucolo e Antonella Ferrara sono le promotrici dello storico punto lettura che a Taormina non è una semplice libreria.
  ha raccolto la voce della signora Bucolo che con sacrifici ma con determinazione ha voluto farne un luogo indipendente per venti anni e poi ha inteso affrontare la crisi affiliandosi alla Mondadori pur mantenendo la propria identità. Ed ancora con Antonella Ferrara hanno messo in piedi il festival internazionale del libro Taobuk, di cui Antonella Ferrara è presidente,  che ha consolidato a Taormina il significato della sua storia letteraria. E’ il festival internazionale del libro...
di Taormina, di solito dal 10 al 16 settembre, che ha registrato in passato presenze e testimonianze significative, come fu  attorno a quattro sezioni “Rotte del Mediterraneo”, “Il Risorgimento”, “Par(ab)ola di donna”, “Impegno civile”.
Festival e libreria, un connubio insostituibile da difendere perfino se fosse vero che a Taormina potrebbe svolgersi il G7.
Ma se anche non ci fosse un G7, ci sono le molte altre ragioni a sostegno dell’immagine della famosissima città che trae  condivisione dalla cultura.  E quando la cultura diventa pregnante  ed utilizza la libreria come simbolo e continuità della storia di quel territorio che ha sempre registrato la presenza di scrittori, diventare anche festival è quel significato che  interpreta la lettura come cibo dell’anima, come storia di idee e di etica, come forza del futuro, come attrazione. Allora una piccola libreria diventa un mondo!
Eccola la libreria, sul corso della famosissima città, in quel locale in affitto il cui contratto di locazione è scaduto e pre-tende aumenti del canone non sostenibili.
I proprietari sono privati, possono, ma anche il Comune può intervenire perché quella libreria è un valore per tutti e per l’immagine dello stesso Comune. Come?
Il Comune di Taormina, come tutti i Comuni italiani, può destinare alla libreria uno dei “suoi” locali, che poi sono beni comuni. I Comuni ne hanno in disuso, e sembrerebbe che a Taormina ce ne siano tre, nel centro storico, messi all’asta per l’assegnazione ai privati. Destinarne uno alla libreria che non è solo libreria ma cultura internazionale?
Lo hanno fatto  a Reggio Emilia,  a Bassano, a Venezia, a Castelfranco, a Busto Arsizio, dove libreria storiche hanno ritrovato una propria sede continuando ad essere punti di riferimento della cultura e della vita raccontata perché sia alimento ed esperienza condivisibile ed un incontro tra tanti.  
Sono certa che l’amministrazione di Taormina saprà essere presente ma intanto è stata lanciata una petizione su Change.org, piattaforma online dedicata alla raccolta di firme, con un messaggio che non ha bisogno di convincere.

Chiarissimo si affianca alla lotta di sopravvivenza della cultura che la libreria di Taormina sta sostenendo.

Maria Frisella

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