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sabato 18 giugno 2016

Se non è autocombustione, cos’è?

Ritorna il fuoco, in Sicilia, come tutti gli anni.
Non può essere autocombustione favorita dai 39 gradi di temperatura quella che ha mandato in fumo speranze e serenità di tanti, lavoro e fatiche. Lo hanno detto tutti, allora? Chi, siciliano contro siciliani e Sicilia?
Le parole del presidente della commissione antimafia all'Ars Nello Musumeci, riportate su “livesicilia” sono una sintesi di responsabilità gravi: “Non serve un’arca di scienza – ha detto - per capire che
buona parte degli incendi in corso sia di origine dolosa e ad opera di piromani asserviti ad organizzazioni criminali. E non serve essere particolarmente esperti per capire che la dimensione del danno poteva essere assai contenuta se i sentieri tagliafuoco della Forestale regionale fossero stati realizzati in tempi ragionevoli. Ci troviamo di fronte a gravi omissioni degli apparati politici e burocratici regionali, che nessuna demagogia potrà minimizzare”.
Di sicuro la scelta di un giorno battuto dal  vento di scirocco è stata anche più grave se le fiamme hanno invaso la carreggiata dell’autostrada, ma non hanno trovato ostacoli nemmeno perché sarebbe mancata la prevenzione. Viali parafuoco e rimozione di sterpaglie potevano contenere i danni ma sembra proprio che ci sia ben altro. Qualcuno dice che 7mila forestali, 3500 addetti all’antincendio,  non sarebbero forniti di mezzi idonei ed autobotti, qualcun altro sostiene che igli incendi erano tanti da non avere la possibilità di intervenire contemporaneamente con i mezzi di cui si disponeva, eppure 23 mila operatori, 16 mila dell'ex Azienda Foreste e oggi del dipartimento dello sviluppo rurale dell'assessorato all'Agricoltura, sono davvero tanti anche se, in Sicilia non bastano mai le assunzioni!
Come sempre si rincorrono le prevedibilità e la sistemicità organizzativa se, come riportato,  il Movimento cinque aveva presentato una ventina di atti ispettivi per denunciare l'assenza di “adeguati piani di gestione e manutenzione oltre che di un coordinamento delle varie autorità coinvolte per fronteggiare gli incendi legati a criticità territoriali di diversa natura”.
Dunque risaputo, ripetitive le condizioni che la Sicilia presenta ogni anno, annunciato lo scirocco e le alte temperature, incolti i boschi, non programmata sistematicamente la manutenzione del verde.
Gli uomini ci sono, altri vorrebbero essere assunti, mancano i soldi?
Ma la prevenzione non dovrebbe essere atto dovuto, sistemico e certo, come gli stipendi dei parlamentari?
Se si urla da più parti che siamo di fronte ad “atti criminali”,  se a dirlo è pure il governatore della Sicilia, se gli incendi nell’isola sono preannunciati, è esagerato chiedersi quali priorità si danno nelle finanziarie?

Perché, a chi ha perso casa, coltivazioni e lavoro non si può rispondere ancora una volta che soldi non ce ne sono! 

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