seguimi

Uno spazio aperto al confronto delle idee.

venerdì 24 giugno 2016

Nemmeno Cameron se lo aspettava!



Cameron si è guadagnato definitivamente una pagina nei libri di storia. Se non si fosse imbarcato nel referendum non sarebbe successo quel che è accaduto. 
Eppure le rivoluzioni spesso avvengono non perché qualcuno le abbia programmate a tavolino ma perché qualcun altro ha lanciato la famosa pietra nello stagno provocandone le onde a catena.  
E' quanto ha provocato Cameron proponendo agli inglesi il referendum.
Oggi tutti si interrogano sull’Europa non riconoscendosi se non per le paure delle borse che precipitano.
Quando l’Europa nacque
portava con sé ideali e valori.  In fondo, poco consapevoli che fuori c’era un mondo in movimento,  l’accordo sembrava essere il rifugio con la presunzione di renderlo potente.
Ma prima ancora che fortificarne le convinzioni politiche, codificando gli elementi essenziali per governarsi, l’Europa ha mandato avanti una moneta pre-potente su interessi troppo diversi, rimando estranea ai più.   
Renzi, nella conferenza stampa di oggi, ha sostenuto  che l’Europa è la nostra casa e quella dei nostri figli. Lo preferivo quando contestava quelle regole europee tante e farraginose.  Ma forse la sua è una nostalgica visione, di quelle che creano sicurezze a pensarla ancora lì.   Dice di una casa da ristrutturare, ma una casa che si ristruttura perde la propria fisionomia ed in effetti la fisionomia europea è già in discussione da qualche tempo.
Brillante fino all'unificazione tedesca del 1989, l'Europa subito dopo ha dovuto fare i conti con se stessa quando ha allargato i confini politici in orizzontale e verticale, da sei a 28 paesi, quando si è data una moneta credendo di reggere agli impatti dell’economia mondiale, moneta senza governo, quando la globalizzazione l’ha trovata impreparata, quando è sopravvenuta una crisi che è crisi storica, geografica, internazionale  di fronte alla quale si è accorta di non avere identità e di non averne curato la patente sociale.  Si è trascinata in tempi decisionali troppo lunghi con la teoria della saggezza ed ha provocato la destabilizzazione dei sistemi e quella diseguaglianza sociale che la gente non sopporta più, dalla giustizia alle religioni, dai commerci all’economia.
Questa la crisi, anzi le crisi mai curate culturalmente, da chi ha governato  pensando di costruire l’impalcatura europea con tante di quelle regole da coprire 151 chilometri, ha calcolato Tremonti, ma in realtà senza la struttura.
Se l’aria che tira a Londra oggi è densa di paure, oltre che di trionfalismi, la rivoluzione intrapresa non è solo la sua. 
La Gran Bretagna ha insegnato che in questa Europa la sua cultura non è entrata, che si può discutere e ricontrattare ogni impegno, ha sostanzialmente dimostrato che non è la sua Europa, troppo costosa e non rispettosa.
Oggi se ne stanno accorgendo tutti, ma francamente Cameron non prevedeva tutto questo!

Nessun commento:

Posta un commento