In Sicilia ci sono ben 167 milioni di
euro bloccati a seguito di un ricorso al Tar, ed in
questi giorni è stata pensata e varata una “unica agenzia regionale”.
Si tratta
del tema della formazione professionale, la cui organizzazione coinvolge Enti, sistemi
di indirizzo e accostamento a professioni e dunque speranza di lavoro. La V commissione Cultura, Formazione, Lavoro dell’Assemblea Siciliana, ha proposto una Agenzia Unica regionale per la
gestione dell’intera rete della Formazione. La ragione
primaria è...
quella di evitare gli scandali e gli sprechi, come dire i favoritismi e le inefficienze, che negli anni scorsi hanno riempito le cronache locali. Ma poiché, si legge, i costi di spesa rimangono inalterati, il problema forse permane.
quella di evitare gli scandali e gli sprechi, come dire i favoritismi e le inefficienze, che negli anni scorsi hanno riempito le cronache locali. Ma poiché, si legge, i costi di spesa rimangono inalterati, il problema forse permane.
Un problema di gravi coinvolgimenti; da una parte
gli Enti che propinano formazione ed i loro addetti e dall’altra migliaia di
utenti da formare.
Detto così sembra
semplificato.
Una Agenzia della formazione unica! Di che si tratta? Di un nuovo Ente regionale preposto alla formazione complessiva?
Lo Statuto di tale Agenzia dovrà essere approvato dalla giunta regionale siciliana che ne definirà pertanto “l’organizzazione amministrativa, l'articolazione territoriale e la dotazione organica”. Tale nuovo Ente dovrà approvare e gestire l'albo regionale del personale della formazione, pro-grammare gli interventi di aggiornamento e di riqualificazione professionale, rilasciare il parere sulle nuove assunzioni all’interno degli Enti, approvare e gestire il repertorio regionale delle qualifiche, l'albo regionale delle professioni specialistiche e il registro delle associazioni professionali, il suo timbro legittimerà gli attestati di qualifica rilasciati dagli organismi da essa accreditati a fare formazione ed il libretto formativo del cittadino, i tariffari per i servizi rivolti agli utenti.
L’Assessore
regionale, dunque la parte politica, ne nominerà il direttore e qualcuno dei componenti la V Commissione, già, si
preoccupa che “alla fine vengano addirittura rafforzati i potentati”.
Di certo l’accentramento di poteri organizzativi
e di spesa, accompagnati dai poteri di scelta degli enti delegati alla formazione professionale e di assunzioni al loro
interno, mentre sembrerebbe sveltire le procedure, in realtà presenterebbe già
qualche evidente rischio.
La preoccupazione maggiore sembra concentrarsi
nel mantenimento di quanti vi lavorano, mentre trovo decisamente debole
l’attenzione a come e perché indirizzare chi a determinati lavori e professioni
che garantiscono lo sviluppo economico della regione solo se collegati al suo progetto di
crescita e di cambiamento socio-economico-finanziario.
Insomma non leggo da alcuna parte, ma ci sarà?, come la Giunta regionale dovrà indicare i
contenuti, non scegliendo prima gli Enti, della formazione che serve al progetto
economico regionale, se c’è, pensato e condiviso da tutti gli assessorati e
dalla stessa Assemblea.
Continuo a credere che la formazione professionale deve servire alla
Regione perché formi i suoi cittadini secondo un preciso piano di investimenti
in “capitale fisico” direttamente proporzionale al’investimento nel progresso che,
generando aumento della produttività del sistema economico nel suo complesso e
non solo nel singolo settore, genera lavoro ed inclusione. Ma anche dignità e
futuro.
Maria Frisella
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