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mercoledì 29 giugno 2016

La democrazia non è mai ignorante.

Il cittadino che va al voto è sempre impaurito dalle sue scelte, ma mai ignorante come si pretenderebbe leggendo i commenti di quanti, delusi da risultati inaspettati, affermano che i cittadini ignoranti non dovrebbero votare. Sta accadendo nei commenti al voto inglese su brexit.  
Ma che significati si danno al voto?
Se l’ignorare un fatto nelle sue dimensioni omnicomprensive potrebbe rendere discutibile l’espressione di un voto, intanto significa che l’informazione offerta non è stata sufficiente né completa!  
Sappiamo tutti che oggi l’informazione  non manca, che si tratti di giornali, di reti internet e televisive, magari è di parte e cerca di deviare le convinzioni riportando paure o incoraggiamenti che possano indirizzare i convincimenti. 
Il commento al voto, dunque, non dovrebbe riguardare la legittimazione dello stesso voto popolare, dovrebbe essere rivolto più alla sostanza ed al modo in cui i mezzi di informazione hanno reso edotto, o confuso, il cittadino che non è mai un “tecnico” delle manovre di politica economica.
Ma quando la democrazia ha previsto limiti di consapevolezza o ignoranza?
Occorre però dare corpo ad un’altra dimensione di consapevolezze e sono quelle che la gente come me trae dalla vita reale, quella spicciola, la sua. Sono le percezioni di gente non tutelata, che ha paura delle manovre o esprime coraggiosamente il senso del cambiamento,  che sempre più rileva il divario tra la realtà che vive quotidianamente e le parole della politica, che privilegia la propria esperienza quale punto di osservazione e di indirizzo concreto che si nutre di quotidianità. 
E’ la consapevolezza di quanti votano sapendo di non scegliere un tecnicismo ma le forme di una vita che, la loro, offre spunti di coscienza.  
Socrate applaudirebbe. I buddisti altrettanto perché per loro l’ignoranza è quel velo che porta alle passioni e produce rinascite.
Resta il dubbio di cosa intendano per cittadino ignorante coloro che commentano in tale direzione il voto espresso in misura difforme da quanto si aspettavano.

Una risposta che farebbe chiarezza sul principio di democrazia e di sovranità popolare. 

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