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giovedì 7 aprile 2016

Dove vogliamo arrivare?

Che in alcune zone del mondo, dimenticate dai mass-media, si ricorra alla vendita di organi è una notizia che viene assorbita celermente dal ventre molle del benessere occidentale. Ma da la misura della fame di intere generazioni.Ora si sostiene da più parti che, nonostante la crisi ormai sia percepibile in tutta la sua crudezza, l’Italia grazie alle misure degli ultimi tre governi stia ripartendo. E che solo alcuni, benevolmente aggettivati  come gufi, non lo abbiano capito. E’ tutto un crepitare di voci ottimiste quello che invade i talk-show che dettano la sinfonia dell’allegria leopardiana. Gente si badi bene che non conosce l’angoscia del pagare in ritardo una rata di mutuo, o la banale bolletta della luce. Bocche buone nutrite da un benessere poggiato sulla fame di intere generazioni che non avranno nemmeno la pensione, dopo. Ora, nemmeno un lavoro.
Purtroppo, giorni fa, la Dia a Palermo ha arrestato 10 persone, tra le quali figura un pentito, che avevano organizzato un girone dantesco di vendita della propria carne. "Una bruttissima associazione per delinquere finalizzata alla truffa alle compagnie assicurative – ha detto il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi - La cosa inverosimile è che facevano ricorso a persone provenienti da ambienti degradati della società e si sono prestati a farsi sfregiare il volto." Per ottenere risarcimenti dalle assicurazioni. " Qualcuno si faceva prendere a martellate sugli arti. - continua Lo Voi - In un caso, visto che la ferita non era abbastanza larga è stata allargata ulteriormente con le mani".
"Un'aberrazione del genere non si era mai vista - dice il Procuratore capo di Palermo - coloro che si facevano sfregiare si facevano pagare con somme irrisorie".
“Il tutto veniva denunciato sostenendo la tesi di incidenti stradali mai verificatesi", dice ancora il Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi.
"Accompagnavano il tutto con il referto di lesioni esistenti ma procurate a martellate o con cocci di bottiglie vetro in faccia", sostiene il capo della Dia di Palermo Riccardo Sciuto.
"Ciò che mi ha più colpito in questa vicenda - dice il Procuratore aggiunto Salvatore De Luca - e che lascia amareggiati è uno spaccato di miseria e di degrado che alcuni di noi pensavano fosse relegato a certe zone del terzo mondo".
Vogliamo arrivare anche noi alla vendita del rene?
O piuttosto prendiamo atto di una crisi che ha portato intere fasce della popolazione oltre l’umiliazione del rovistare nel cassonetto?

Carlo Mocera


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