“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca,
contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre
case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di
fronte al dilemma: arrendersi o perire.”
Con queste parole Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945.
“A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25
aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.”
Proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi del 22 aprile 1946.
Da allora la ricorrenza venne
inserita tra le festività nazionali.
C’era in quei giorni uno spirito
nazionale che univa tutti gli italiani e che portò al referendum abrogativo
della monarchia che vide per la prima volta al voto le donne.
Il tributo di questa festa, ogni
anno, è dedicato alla resistenza. A uomini e donne che offrirono la loro vita perché
le generazioni future avessero la speranza. Avessero le libertà che di li a
pochi mesi furono impresse sulla Costituzione Italiana perché nessuno, mai,
potesse dimenticarle.
Cosa ne è stato di quello spirito?
Perché milioni di cittadini sono stati abbandonati, nelle loro difficoltà, da
classi politiche tese solo a garantirsi fette sempre più ampie di potere? Come siamo
arrivati a dimenticare che il lavoro, l’istruzione, l’equità fiscale, la
salute, il libero pensiero sono stati i valori per cui uomini e donne hanno
offerto le loro sofferenze? Come è successo che l’Italia è finita in mano a
banditi che, a tutti i livelli, emanano e applicano leggi in perfetto contrasto
con lo spirito della costituzione? Come è possibile che diritti dei lavoratori,
frutto di conquiste di decenni di lotta, vengano cancellati in una notte e la
mascalzonata viene coperta dal risalto che i media hanno dato a quattro lacrime
di coccodrillo? Dove sono finiti quegli uomini e quelle donne che, smesso il
fucile, hanno imbracciato la penna per scrivere le garanzie delle generazioni
future?
Cosa sta succedendo alle coscienze
dei politici che, a colpi di invenzioni legislative, stanno massacrando un
popolo abbandonato a se stesso? Senza lavoro, garanzie, diritti con l’unica
speranza di vedere i propri figli partire per avere il riconoscimento dei loro
sacrifici. Come può un intera classe politica giocare, nei salotti televisivi di
conduttori prezzolati, a Risiko con le vite degli italiani? Tutto è diventato
marketing, si mente sapendo di mentire con truppe cammellate che, in attesa o
in riconoscimento di posizioni privilegiate, fanno da corollario gaudente alle
vuote parole del politichetto di turno. Si ascoltano previsioni che saranno
puntualmente smentite, si gioisce se un indicatore economico sale dello 0,1% come se questo fosse risolutivo alle rapine di verità e giustizia che ogni
giorno, convinti di non essere osservati, questi incapaci ci propinano. Si inventano
dinamiche assolutorie che spostano le responsabilità su chi li ha preceduti con
annunci pirotecnici condizionati sulle loro scelte future.
Quando, il popolo italiano,
prenderà coscienza che occorre un nuovo 25 aprile? Di nuovi De Gasperi,
Valiani, Pertini, Don Luigi Sturzo, Berlinguer, Moro…
Carlo Mocera
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