Il
17 aprile si vota sulla possibilità, se vince il si, di fermare le trivelle che
operano entro le 12 miglia, quando scadono le concessioni a suo tempo date alle
compagnie. Se prevale il “no” continueranno e chiederanno, plausibilmente, la
proroga fino ad esaurimento del giacimento. Oltre le dodici miglia tutto
continuerà come prima in ogni caso.
Le
regioni promotrici sono: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto,
Calabria, Liguria, Campania e Molise.
Ai comitati promotori che assieme ai presidenti di regione hanno raccolto le firme, adesso, si sono affiancati quasi tutti i partiti e i movimenti per un esito positivo del referendum. Che prima deve portare il 50% più uno a votare e poi deve ottenere la prevalenza dei “sì” sulla scheda.
I
più grandi movimenti antagonisti al governo si sono schierati per il “sì”.
Chiaramente tutti i “grandi” partiti, abilmente,
registrano posizioni di eminenti rappresentanti che indicano il “sì” come
altri, dello stesso partito, che indicano il “no” per avere al solito
chiacchiere a disposizione nei talk show post referendum e non perdere
l’importante vetrina elettorale pre elezioni amministrative. Ma a questo punto
si è registrato il colpo di genio del nostro Presidente del consiglio: ha dato
indicazioni di andare al mare quella domenica.
Effettivamente dopo l’operazione degli 80 euro che,
nutrendo la speranza di milioni di italiani nel cambiamento possibile, fece
registrare punte del 40% a favore del PD e resosi conto che quei numeri sono
lontana chimera, adesso, tenta di sommare alla reale percentuale di elettori
che gli obbediranno, detratta la quota che seguirà i sette presidenti del PD
che indicano di votare “sì” del suo partito, anche la quota di quanti, delusi
dalla politica, non andranno a votare. E di quanti, grazie alla scelta mirata
del giorno delle elezioni lontano dalle amministrative e della scarsa
informazione sul quesito, non sono motivati a votare. Quindi, nel suo intento,
vedrà illustri rappresentanti della Leopolda schierati nelle varie trasmissioni
a decantare numeri superiori al 50% e quindi a decretare l’avanzata del
renzismo.
Una sola cosa non ha considerato: che indicare
l’astensionismo ha trasformato questo referendum in un plebiscito sul suo
operato e sulla conta degli “osservanti renziani” e non credo che il risultato
per Palazzo Chigi sarà piacevole.
Carlo Mocera
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