Per il sistema penale italiano sì. Con delle
spiegazioni:
La legge Severino è intervenuta a gamba tesa spazzando via il cuore dell’indagine sul
Sistema Sesto con la conseguente dichiarazione di prescrizione per gli
imputati.
Vero è che l’imputato aveva promesso di non
avvalersene. Ma chiaramente non l’ha fatto.
Senza la rinuncia dell’imputato si è dovuto prendere
atto che troppo tempo era passato per sanzionare la concussione.
Nelle motivazioni i magistrati scrivono che “sistema
Sesto” esisteva, ma le prove contro l’ex presidente della Provincia ed ex
sindaco di Sesto San Giovanni non erano sufficienti.
Nelle motivazioni
sottolineano: “l’insufficienza delle prove raccolte a sostegno
dell’ipotesi accusatoria, che, peraltro, riguarderebbe fattispecie
delittuose ampiamente prescritte“.
“È, peraltro, doveroso da subito evidenziare –
argomentano i giudici – che in questo contesto né Di Caterina né Pasini
hanno riferito in dibattimento di avere versato a Filippo Penati
“tangenti” per il compimento di atti a loro favorevoli da parte dello
stesso o dell’ amministrazione da lui presieduta quale sindaco: Di
Caterina in più occasioni ha ribadito di avere solo finanziato la
politica “
E la politica a Sesto era prima il PCI e poi il PdS/DS.
I soldi versati, è stato sostenuto da Di Caterina,
erano “prestiti” al suo amico
Filippo Penati, che di quel partito era indubbiamente a Sesto San
Giovanni l’esponente più illustre.
Questa la verità giudiziaria. Punto.
Poi c’è il corollario dei problemi:
“Fare Metropoli”. Era un’associazione che raccoglieva
soldi dagli imprenditori da dare come contributi al sistema della politica. Non
risulta nessuna iniziativa pubblica di tale associazione.
Sulle Aree Falck e Marelli, Penati era accusato di aver
preteso tangenti dagli imprenditori per la concessione della riqualificazione urbana delle due grandi
aree industriali.
L’impresa Gavio otteneva una transazione da 18
milioni dalla società Serravalle.
“Amministratore di fatto” della
società era il Penati in quanto Presidente della Provincia.
Il sistema Sesto che ha alimentato la politica è stato
provato. I versamenti del Di Caterina pure. Le prove che le due cose fossero
legate sono state insufficienti.
Quindi, rispettando la sentenza, Penati non è
colpevole. Il sistema politico che si è alimentato di illecito finanziamento,
se non di tangenti, invece sì.
Questo è il problema: il danno alla collettività c’è
stato e nessuno ha pagato.
Carlo Mocera
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