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sabato 9 aprile 2016

Chi ha diritto di parola in un social? E chi ha diritto di voto?

Quelli che una volta partecipavano nelle sezioni nei circoli di partito, movimenti, associazioni da anni si sono spostati nei social. Si assiste alla creazione di gruppi che, se interessanti, arrivano a contare migliaia di iscritti. Su facebook per esempio chiunque può dar vita ad un gruppo tematico ed iniziare una discussione che, verosimilmente, può arrivare a cooptare tantissimi interlocutori. E' questo è un bene. La parola circola, le idee si diffondono. Purtroppo accade pure che su temi particolarmente spinosi alcuni che non hanno alcuna voce in capitolo nella realtà, si improvvisino  difensori di questo o quel pensiero.
A me è capitato per esempio di partecipare da un paio di mesi alle discussioni su un gruppo chiamato POLITICA ED ECONOMIA. E' chiaro che l'appellativo lo renda interessante per quanti si  nutrano di politica e vogliano interessarsi di economia. Bene il fondatore di questo gruppo al raggiungimento dei 6.000 iscritti ha pensato bene di nominare un nuovo amministratore che avrebbe, in sostanza, l'onere di moderare gli interventi tra gli iscritti. In questo gruppo c'è un piccolo gruppo di intemperanti verbali ed allora l'amministratore ha pensato bene di dare la parola a tutti gli iscritti per indicare chi volessero come sesto amministratore. Raccolte le adesioni si sono presentati in sei, me compreso. Dovete saper che i social danno la possibilità di, quando importunati da uno stalker verbale, bloccare un iscritto. Il risultato è che nelle discussioni il bloccato non vedrà più il bloccante. Ora, e questa è la parte gustosa della vicenda, un tipo ha cominciato ha bloccare a tappeto tutti quelli che nei post davano commenti contro il suo pensiero con il risultato che le conversazioni apparivano monche e la sua figura ne usciva vittoriosa nei vari confronti verbali. Poi ha pensato di candidarsi anche lui con risultati pari alla sua caratura molto modesta. Voi immaginate se in un paesino uno che volesse fare il sindaco nei due mesi precedenti facesse trasferire la residenza a tutti i suoi amici e parenti per ottenerne il voto? Certo che potendo spostare tanti voti fasulli in questo modo avrebbe vita facile a competere con gli altri candidati. Ecco lui ha pensato di fare cosi e nei due giorni precedenti ha fatto si che decine di persone all'oscuro di questo disegno entrassero nel gruppo ed è riuscito sul filo di lana ad avere quei dieci/quindici voti che gli hanno permesso la vittoria. Ora mi domando, vero è che chiunque può, in questi gruppi entrare quando vuole ed è benvenuto, ma gli altri cinque amministratori cosa ne pensano? Come credete che andrà a finire? E' chiaro che un gruppo facebook funziona come un associazione non riconosciuta e che quindi lo spazio interpretativo è limitato e la democrazia alla fine prevarrà. Ma se gente di questo tipo partecipa alle primarie per le regole della convivenza civile cosa ne sarà?
Carlo Mocera

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