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martedì 19 aprile 2016

CHE STA SUCCEDENDO IN ITALIA?

Ogni guerra ha il suo generale, il suo vessillo e il suo grido di battaglia.
Il generale che si è imposto in una lotta fratricida all’interno del PD all’indomani delle politiche del 2013 è stato Renzi. Per resa di Bersani e voltafaccia dei suoi sostenitori. Superata la parentesi Letta e innalzato il vessillo del centrosinistra, al grido di battaglia” rottamiamo” Renzi ha iniziato la sua guerra. Il campo scelto è stato l’antipolitica.
Grazie al ventennio berlusconiano servito solo a sanare le sue imprese, attorniato da nani e ballerine, il Cavaliere non si è accorto che la classe dirigente che allevava, pur si occupare posti nevralgici del potere in Italia, gli votava nipoti inverosimili e chiudeva tutti e due gli occhi sui capricci sessuali del Re. Chiaro che il popolo ha iniziato a stancarsi di quel sistema e di quella politica. Poi, complici i poteri economici che hanno in mano il debito dell’Italia, l’interregno di Monti e Letta hanno fatto il resto. Chiaramente chi non aveva cambialette politiche in mano a firma del politichetto di turno (assunzioni, promozioni, vantaggi personali… ) ha optato per il movimento 5 stelle. Ma l’avvicinamento al potere di Grillo, forte del suo terzo di elettorato italiano, prevedeva di non entrare e, dunque, legittimare nessuno dei partiti responsabili dell’affondo dell’economia italiana. Il terzo riferibile a Berlusconi, saggiamente, intuita la manovra internazionale, coperta dal furbo Napolitano, ha deciso nelle segrete stanze di stare al potere senza uomini in campo: consociativismo esterno. Chi non aveva il “quid” del capo di un centrodestra credibile è andato a supportare il centrosinistra. E molti hanno aperto trattative con Alfano che piano, piano s’è ritagliato un suo campicello dove ha messo di guardia alla cassa moglie, fratello e parenti vari.
Ora sul campo dell’antipolitica Renzi, forte del mandato della sua segreteria personale che si riunisce alla leopolda, è andato all’attacco della segreteria del PD. Oggi segretario e domani, con concessioni e spartizioni varie, Presidente del Consiglio. Spartito ogni scranno futuro e ogni poltrona presente ha iniziato a governare. In ogni battaglia che si è intestato ha registrato una perdita.
Scuola: la maggioranza dei docenti e non, d’Italia, lo aspetta al varco per fargli pagare una finta rivoluzione che ha fatto strage di posizioni precarie ma consolidate nel tempo.
Disoccupati: qui ha fatto strame di giovani, adulti, operai ed impiegati e over cinquanta… E tutti lo aspettano al varco prima delle amministrative e poi del referendum di ottobre.
Ricerca e università: la sottrazione sempre più acuta e tragica di risorse sta depauperando il suo vero serbatoio elettorale. I ragazzi sono abbandonati a rette  impossibili per chi ha sempre usato l’istruzione come ascensore sociale.
Famiglia: anche qui, seppur con la finta tutela familiare di Alfano, non ha costruito niente. Ha dovuto ricorre alla finta mossa sulle unioni civili piena di attesa e vuota di risultati.
Banche e poteri forti: in questo campo ha, pedissequamente, eseguito il crono programma che gli hanno imposto. Il risultato è il massacro di diritti degli italiani.
Immigrazione: qui ha battuto forte i pugni a Strasburgo e gridato piano in Italia con il risultato che Salvini, a grandi falcate, lo tallona nonostante il vuoto pneumatico della sua proposta politica.
Demagogia e teatralità: ecco le vere armi che gli hanno dato qualche vittoria campale. Con una manovra condotta in prima linea dettata al suono della sua proverbiale annuncite e con il sostegno della sua cavalleria insediata nella maggioranza degli organi di informazione riempie le pagine e i titoli della stampa. Seguito da una tv che lo osanna
Partito: in questo campo c’è il vero rebus. Vero è che gli iscritti erano stanchi dei giochi delle segreterie passate ma vedersi sfilare un partito, una tradizione, un orgoglio da parte di transfughi del campo opposto credete che tutti i militanti siano disposti ad accettarlo?


Carlo Mocera

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