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giovedì 14 aprile 2016

Tranquilli non ci sarà la rivoluzione

Quando l’Italia uscì dalla guerra e dal ventennio, uomini di buona volontà misero mano alla scrittura delle regole per un Italia libera e democratica. Si preoccuparono di garantire tutti e per prima cosa abolirono i titoli nobiliari. Le caste. Elaborarono  una serie di regole che dovevano evitare abusi e sorprusi. Nacque la Costituzione Italiana. 
Per tanti anni è bastata a frenare ambizioni e cupidigie: c’era una Italia da ricostruire. Un popolo affamato.
Occorreva dare pane e dignità a tanti, possibilmente a tutti. L’America finanziava ed usava l’Italia come una grande base per fermare l’Unione Sovietica. Alla fine degli anni settanta qualcosa cambiò. Pur di dare lavoro si crearono meccanismi di spesa che ottenevano risultati minori ai soldi utilizzati. E pur di accelerare  investimenti si chiuse un occhio su regali e “provvigioni” che venivano percepiti dai responsabili di spesa. Si regalarono pensioni a chi, venendo dal mondo rurale, non aveva i contributi necessari sul fondo dell’INPS. Con la scusa che le indennità per la classe politica era legata al reddito della magistratura si permise a quest’ultima di aumentare vertiginosamente il costo della stessa. Si inventarono poi una serie di leggi e leggine che, per ottenerne il consenso, regalavano diritti fasulli ad intere categorie. Insomma in mille modi si permisero spese fuori da una logica di equilibrio. Si produsse così un debito pubblico che oggi con le varie crisi economiche ed il costo degli interessi è diventato impossibile a pagarsi. Ci si contenta ogni anno di pagare una parte degli interessi e chi tiene l’Italia per la gola ne è contento. E pretende. Piano, piano la degenerazione della politica ha trasformato la democrazia in Italia in un Regime Costituzionale. I partiti si sono inventati regole, fuori dalla costituzione, per cui decidono loro, in caso di elezioni, chi candidare e dove, ed in quale posizione di lista. A titolo di esempio basti ricordare che SEL ( un partito a matrice popolare ) candidò in tre regioni l’attuale Presidente della Camera nei 23 posti di lista che obbligavano alla elezione. Fu eletta. Ma così tutti in tutti i partiti. In virtù di queste regole non abbiamo un elezione democratica in Senato ed alla Camera seppur legittima, ma il risultato di scelte dei segretari dei partiti che concorsero alle elezioni. Quindi il Presidente della Repubblica è stato votato da chi era stato scelto i segretari. La Corte costituzionale per un terzo è votata dagli stessi esponenti scelti dai segretari, un terzo dal Presidente della Repubblica scelto dagli stessi ed un terzo dai Magistrati che politicamente si organizzano in associazioni. La corte Costituzionale svolge la fondamentale funzione di garante della Costituzione.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio che non deve essere eletto da nessuno. Ma una volta indicato raggiunge facilmente la fiducia di camera e senato accordandosi con i poteri politici che li governano. Gli stessi scelti dai partiti si nominano i presidenti dei due rami del parlamento.
Raggiungiamo così il risultato che le prime cinque cariche dello stato sono indicate con un metodo che di democratico non ha proprio nulla.
I creditori del debito pubblico possono addirittura indicare il Presidente del Consiglio più “ adatto” a garantirgli il rientro della quota degli interessi annuali. E tutti vivono felici e contenti.
Tutti? Proprio tutti?


Carlo Mocera

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